Terapia ad Onde D'urto a Catania
Il trattamento con onde d'urto è una metodica ambulatoriale, non invasiva, sicura e di comprovata efficacia.
La terapia, sempre preceduta da precisa diagnosi, è priva di effetti collaterali e ben tollerata, i benefici sono riconosciuti in campo internazionale da quasi trent’anni anni.
Le O.D. sono onde acustiche, quindi di natura meccanica (nessun effetto radiogeno); introdotte per la prima volta in medicina agli inizi degli anni Novanta per il trattamento dei calcoli renali (litotripsia), pochi anni dopo il loro utilizzo si è esteso alle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico.
Oggi sono utilizzate anche in urologia, cardiologia, neurologia e medicina estetica.
Meccanismo di azione:
La prima azione consiste in un "micro-idromassaggio" profondo sui tessuti e sulle cellule, che ha un effetto antinfiammatorio, antiedemigeno e antidolorifico, oltre a migliorare localmente la microcircolazione.
La seconda, appannaggio solo delle onde d’urto focali, è di tipo indiretto ed è dovuta soprattutto a fenomeni cavitazionali che innescano la produzione di sostanze ad azione antinfiammatoria e di fattori di crescita che stimolano la rigenerazione dei tessuti e liberano OSSIDO NITRICO (NO) che ha effetto vaso-dilatatorio e neoangiogenetico. I primi modelli di O.U. Focali avevano un generatore elettroidraulico, quelli attuali hanno un generatore piezoelettrico o elettromagnetico, quest’ultimo, più costoso, è quello decisamente più efficace.
Onde d’urto radiali e focali: quali scegliere?
Le O.D. Possono essere di tipo radiali o focali. Le onde d’urto focali, più potenti, agiscono in profondità, raggiungendo un punto specifico e ben definito, grazie alla tecnologia che permette di regolarne la direzione, la profondità e l’intensità.
Al contrario, quelle radiali raggiungono una zona meno precisa, più ampia e superficiale, inducono limitata produzione di NO, hanno limitata capacità di penetrazione e di centraggio del bersaglio.
Se in alcune patologie il risultato è sovrapponibile (però con un numero di sedute doppio), nelle patologie situate più profondamente, le focali sono certamente superiori.
Inoltre le focali sono le uniche efficaci nell’insufficienza erettile, nell’induratio Penis, e nei difetti di consolidamento delle fratture ossee. La procedura migliore è accoppiare le due tipologie, per avere anche l’azione superficiale delle radiali.
Le onde d’urto rappresentano il GOLD STANDARD (La miglior terapia) nelle patologie riguardanti:
- Spalla: tendinopatie calcifiche e non della Cuffia dei rotatori
- Gomito: epicondiliti (gomito del tennista) - epitrocleiti (gomito del golfista).
- Ginocchio: tendinopatia rotulea, tendiniti post-traumatiche, tendinite della zampa d’oca.
- Piede: tendinopatia del tendine d’achille - Fascite plantare (spina calcaneare)
- Coscia: Borsite trocanterica – Pubalgia - CELLULITE
Patologie trattabili ESCLUSIVAMENTE con le FOCALI
- Disfunzione Erettile – Sindrome da dolore pelvico cronico
- Pseudoartrosi e ritardi di consolidamento delle fratture.
- Necrosi asettica della testa del femore o dell’omero.
- Esiti fibrotici e/o calcifici conseguenti a lesioni di muscoli, legamenti, fasce.
- Morbo di Haglund -Osteocondriti dissecanti – Algoneurodistrofie.
- Miositi Ossificanti e Calcificazioni Eterotopiche.
Esclusivamente con le O.D. Focali, usando un applicatore diverso (DEFOCALIZZATO), possono essere trattate con successo ferite e piaghe di difficile risoluzione, perdite di sostanza di origine post-traumatica (anche nei giorni immediatamente successivi al trauma), così come cicatrici dolorose di diversa origine.
Indicazioni approvate dalla S.I.T.O.D, ma con risultati meno favorevoli
- Rizoartrosi - Metatarsalgia
- Malattia di Dupuytren
- Fibromatosi plantare (Malattia di Ledderhose)
- Malattia di De Quervain
- Dito “a scatto”
- Tunnel carpale
L’azione terapeutica delle onde d’urto è legata a una serie di reazioni biologiche complesse, che necessitano di tempo per manifestarsi, per cui è necessario attendere anche diverse settimane per apprezzarne l’effetto benefico. Ne deriva che un corretto giudizio sull’efficacia o meno della terapia, a meno di un rapido miglioramento, non può essere in genere espresso nel breve termine, ma in tempi più lunghi (anche 2-3 mesi dalla fine del ciclo di trattamento).